Motto del movimento...

A nessuno é chiesto di professare qualcosa in cui non crede.Se costui é monarchico però, collabori a costruire, non a distruggere

martedì 14 aprile 2009

Programma Politico per L'Italia

Premessa

I Monarchici su POLITICAINRETE, hanno considerato la liberazione dei Popoli dell'Est dalla follia comunista un avvenimento storico fondamentale. Iin questi anni però, la scelta repubblicana delle istituzioni di questi Paesi non ha portato ad un grado di sviluppo accettabile le loro società, come fu al contrario il celere cammino verso il progresso e lo sviluppo della nuova Spagna di SM Juan Carlos, dopo il periodo franchista. Questo ci induce a riflettere sull’occasione fin’ora mancata, compiendo un ulteriore sforzo di divulgazione verso la gente, dando impulso ad un nuovo modo di pensare la modernità restando fedeli alla tradizione ed alla garanzia secolare della Monarchia.
Occorre pertanto ripensare la nostra società, coronandola di speranza, progettando la Monarchia futura, come possibile scelta di popolo, a completamento di un vasto programma di innovamento sociale.

Per questo i Monarchici del PDUM su POLITICAINRETE, partendo proprio da POLITICAINRETE, desiderano contribuire a costruire la nuova Patria Italia, fedeli ai loro valori, che possono coesistere anche in presenza di differenze, dobbiamo essere capaci di cancellare la recente e vergognosa storia della prima e dell’attuale repubblica nell'ambito di una Nazione finalmente pacificata. L'Europa progredita e civile delle Monarchie e prova di ciò, e ci sprona a mantenere vivo, nel dibattito culturale e politico di Pol e del nostro Paese, l’ideale Monarchico che non può venire meno.

Per fare ciò in regime repubblicano è indispensabile uno strumento politico che permetta l'elezione diretta di Monarchici a viso aperto (secondo una bella definizione data da Re Umberto II).
Scendere in campo con un programma politico che sappia aggregare interessi diversi intorno al nostro simbolo non significa scendere a compromessi, al contrario significa valorizzare le nostre differenze per raggiungere più velocemente il nostro obiettivo : affermare nella società, valori tradizionali ed il principio di legittimità Reale che ci sta a cuore.
Il progetto politico del PDUM è teso quindi a far comprendere che lo stato non può essere considerato come il frutto di un contratto sociale o la fonte di valori etici, bensì la naturale prosecuzione delle Famiglie, e delle Comunità di lavoro. Occorre riscoprire il vero senso delle autonomie, ricchezza e patrimonio comune di tutti, in una società che veda la legittima autorità di un Sovrano, quale garante della sua libertà.
Il nostro sforzo indirizzato alla concreta unità di Popolo contrasta con l'astratta unità del Paese di oggi, la Patria allo stato degli esattori e dei burocrati, la lealtà ed il coraggio delle idee alle ipocrisie degli astrattismi ideologici dei politici che tanto danno hanno fatto nel corso del XX secolo.


SCELTA ISTITUZIONALE E ORGANIZZAZIONE STATALE

I Monarchici del PDUM considerano sterile la suddivisione dello schieramento politico odierno. I termini Destra, Centro e Sinistra, ideologici ed astratti ormai superati, impediscono di comprendere i veri problemi della società ed hanno separato il popolo da una classe politica sempre più lontana, costosissima e detentrice di privilegi sempre maggiori, non a torto definita “Casta”.
La Monarchia che professiamo, ci permette di mantenere i legami tra il popolo e la classe politica.
Il Re, che è veramente al di sopra delle parti, dei territori e degli interessi economici, proprio per il fatto di non venir eletto da una fazione o da un accordo di fazioni, trae il proprio potere direttamente dalla legge e dalla storia garantendo equilibrio tra le parti e di fatto il funzionamento della vera Democrazia.
Il Re garantisce la continuità della Tradizione Nazionale, al di là delle battaglie, dei cambiamenti elettorali e delle vicissitudini politiche, così da garantire un sicuro punto di riferimento al popolo mentre i governi cambiano.
La Dinastia incarna la storia di una Nazione. Il Re svolge un ruolo di arbitro nei conflitti di interesse che contrappongono forze sociali e gruppi politici.
Il Re incarna un punto di riferimento visibile della giustizia ed è il miglior garante della sua imparzialità.
Con la Monarchia il necessario decentramento può essere attuato, senza timore che venga meno il riferimento allo Stato.
Il PDUM propone di ripartire le competenze amministrative e politiche tra Comuni, Province e Parlamento.
Quest'ultimo dovrà essere composto di due Camere, rappresentative, l'una delle forze politiche e l'altra delle realtà locali.
In questo quadro, anche alla luce di una politica di risparmio, dovranno essere abolite le Regioni che si sono dimostrate carrozzoni politici, atti a moltiplicare in periferia i difetti attuali del governo centrale.
Dovranno anche essere ripensate le Prefetture, nella considerazione che le comunità locali non hanno bisogno di ridondanti controlli ma solo di scrupolose certificazioni delle loro azioni e responsabilità.
Le Province dovranno essere riviste territorialmente (accorpamento delle più piccole e spopolate in entità maggiormente funzionali ed efficienti.
Con i sistemi elettorali che si vanno affermando, il popolo è sempre di più considerato come un'entità astratta e lontana, da chiamare a ratificare decisioni già prese.
Le imposizioni verticistiche di candidati e l’attribuzione dei Collegi elettorali come veri e propri feudi moderni, stabiliscono una omologazione delle coscienze e delle idee che imprigiona il dibattito, trasforma la politica in qualcosa di elitario e determina sempre maggiori percentuali di cittadini a non partecipare al voto.
Dovrà essere garantita la più ampia rappresentatività alle idee ed ai programmi della gente. Occorre in primo luogo, tornare alla facoltà di esprimere le preferenze.


PRIORITA’

Il PDUM considera, nel suo programma politico, prioritaria l'abrogazione dell'art. 139 dell’attuale Costituzione.
Tale articolo, oltre che antidemocratico ed illiberale, è offensivo nei confronti delle attuali e delle future generazioni che non possono né devono essere incatenate dal vincolante pensiero di chi le ha precedute.
I costituenti, nell'imporre oltre mezzo secolo addietro, il loro volere a chi sarebbe venuto dopo di loro hanno tentato di limitare la possibilità di decisione e di scelta di tutte le successive generazioni, come se le stesse non fossero in grado di decidere per loro conto.
Il PDUM richiede altresì che lo Stato Italiano si conformi finalmente a quanto sottoscritto circa i diritti Umani in Roma il 4 Novembre 1950, cancellando definitivamente gli articoli transitori presenti in costituzione riguardante le discriminazioni di cui è oggetto Casa Savoia
Altra priorità, consiste nel “sorvegliare” i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità Italiana, in modo che le attuali istituzioni, non giungano ad epurare durante i festeggiamenti stessi, la parte di Storia riguardante i meriti di Casa Savoia al conseguimento dell’Unità. Ci rendiamo disponibile perciò, a collaborare con esse alla buona riuscita delle manifestazioni commemoratici dell’evento, auspicando dal 2011 in avanti l’istituzione di una giornata festiva nazionale in data 17 marzo, l’unica che può davvero essere ritenuta la festa di tutti coloro che si sentono Italiani.


RIFORME ISTITUZIONALI

Occorre riformare lo Stato dalle sue fondamenta, restaurando lo stato di diritto imperniato su:
- autorità e prestigio dello Stato
- separazione netta tra poteri dello Stato, garantendo l’indipendenza della Magistratura
- riduzione del numero dei deputati da 630 a 315; nuovo assetto del Senato attraverso una scelta più rappresentativa di tutte le categorie e che eviti di essere
un doppione della Camera.
Una scelta, naturalmente, non secondo un modulo corporativo - conservare l'abolizione delle immunità parlamentari e sancire l'incompatibilità fra l'incarico di deputato o senatore e quello di membro del governo e di altri mandati in pubbliche amministrazioni.
Ritornare ad attribuire al popolo il diritto di scegliere liberamente candidati e partiti contro ogni forma di imposizione dall'alto o di liste bloccate.
Siamo favorevoli al sistema proporzionale, con sbarramento e premio di maggioranza.


GIUSTIZIA

Il PDUM si dichiara concorde sulla necessità di dividere le carriere dei magistrati tra inquirenti e giudicanti, ripensando capillarmente i sistemi di reclutamento, formazione ed aggiornamento dei magistrati. Folle è l’idea del concorso unico. Propone, inoltre, di ripristinare per i giudici la carriera per merito, abolendo ogni scatto automatico di avanzamento.
A questo proposito propone l'introduzione di un concorso per diventare magistrato di Cassazione, aperto anche agli avvocati, iscritti nell'apposito albo. Occorre inoltre opporsi alla cultura che tende alla banalizzazione del male, per arrivare alla depenalizzazione del delitto, tornando a dare fiducia ai cittadini attuando una seria politica contro la criminalità dilagante.
Eliminare ogni indulgenza nei confronti dei criminali attuando:

1) effettività e certezza della pena ripensando tutte le leggi, che a partire dalla “Gozzini”, concedono sconti e benefici ai detenuti

2) riconquista allo stato del controllo sul territorio, attraverso il potenziamento e l’accorpamento delle Forze dell’Ordine

3) individuazione di maggiori poteri per i Sindaci e per le Forze dell'Ordine, attribuendo a queste la possibilità di una attività investigativa preventiva, evitando dipendenze troppo rigide dalla magistratura

4) rigore contro l'immigrazione clandestina

5) recupero per i tossicodipendenti e pene severissime per gli spacciatori;

6) lotta decisa e dura al racket e all'usura

7) revisione del Codice Penale e del codice di rito

8) eliminazione della possibilità di accedere ai riti alternativi,nel processo penale, per i più gravi reati

9) riabilitazione dei detenuti, arrivando a carceri adeguate e favorendo attività lavorative (anche retribuite) e di interesse sociale, come il recupero ambientale. Senza, ovviamente, sconti di pena o i benefici di libertà condizionata o vigilata.

10) divieto assoluto per i magistrati di partecipare a competizioni politiche di qualsiasi livello entro 2 anni dal loro abbandono della toga.
I Magistrati dimissionari non potranno, anche in caso di mancata loro elezione, venir reintegrati nell'Ordine Giudiziario.
I Magistrati in carica non potranno partecipare a manifestazioni di carattere politico, pena la loro sospensione dalle funzioni, senza stipendio, per sei
mesi.
Le pene detentive e pecuniarie nei confronti di magistrati in carica, per reati commessi nell'espletamento delle loro funzioni, devono venire raddoppiate.

11) la giustizia civile dovrà essere depurata dall'eccessivo formalismo procedurale che paralizza il processo e vanifica la fondamentale esigenza delle parti ad ottenere il riconoscimento di un proprio diritto.


FISCALITA’

Anche il Sovrano assoluto più assetato di danaro non è mai andato oltre ad un equo 10 % del prodotto. La tassa infatti si diceva “Decima” Oggi viviamo con uno Stato che si definisce Democratico ma si permette di estorcere ai cittadini anche il 50 % di ciò che producono.
Combattiamo pertanto gli sprechi, privilegi, burocrazia, persecuzione fiscale quali gli studi di settore, modulistica incomprensibile, giungla retributiva, legislazione contraddittoria, lottizzazione politica degli stipendi pubblici : vogliamo semplificare un sistema fiscale che ha prodotto circa 200 tasse e 15.000 leggi.
Noi Monarchici del PDUM individuiamo soltanto 5 tasse (sui redditi delle persone fisiche, delle società, imposta sul valore aggiunto, una tassa cumulativa sui servizi pubblici e una tassa cumulativa locale o comunale).
De tassare completamente la prima casa e sulle proprietà che non producono reddito, ad iniziare dall'insopportabile ICI.
Le tasse debbono colpire i redditi, mai la proprietà in quanto tale e, meno che mai, il risparmio.
Questo va tutelato fermamente anche nei confronti di istituti bancari, cattivi consiglieri.
De tassare i redditi di impresa reinvestiti nello sviluppo aziendale.
De tassare completamente con eliminazione anche delle imposte di trascrizione sugli immobili, le successioni tra parenti, sino al sesto grado.
Eliminare qualunque presunzione di reddito negli accertamenti.
Semplificare l'odioso modello unico.
Eliminare il sostituto d'imposta.
Introdurre agevolazioni per le famiglie italiane, in modo da tener conto delle spese sostenute per il mantenimento del nucleo familiare, con particolare riguardo alle necessità di vita e a tutte quelle attività, legate al principio di pura sussistenza.
Attuare il principio: meno tasse + circolazione di denaro = maggiori investimenti + benessere per tutti.
Ridurre le aliquote IVA, consentendo maggiori detrazioni per il pagamento dei relativi servizi: più detrazioni saranno consentite, maggiore gettito d'imposta si otterrà da parte dei prestatori d'opera.
Stimolare l'imposizione indiretta.

Regolamentare la materia fiscale con un nuovo testo unico che abroghi tutte le norme precedenti.
Determinare il pagamento di tutte le imposte e tasse in una data precisa , eliminando i versamenti di acconti ma permettendo ai contribuenti di versare gli importi in modo dilazionato.
Pervenire ad una reale tutela dell’azionariato minimo.
Azzerare le accise sul costo alla pompa dei carburanti


FAMIGLIA

Proponiamo uno Stato fondato sulla sovranità e l'autonomia della famiglia, oggi svalutata e bistrattata nei diritti e nei doveri.

1) de tassare la proprietà familiare, sostenendo l'istituto della detraibilità completa delle spese sostenute per famiglia e figli

2) sviluppare la politica della sussidiarietà, prevedendo incentivi per quei nuclei familiari che intendono accudire, nel loro interno, anche in forma associata, bambini ed anziani;

3) attuare una politica della vita, contro tutte quelle filosofie che ci hanno condotto alla concessione di sussidi ed incentivi per abortire e alla negazione di sgravi per i figli a carico;

4) regolamentare un rapporto effettivo tra istituzioni e rappresentanti della famiglia;

5) occorre un maggior controllo della pornografia, oggi dilagante sui grandi media televisivi e cinematografici;

6) lotta convinta ad ogni tentativo di equiparare alla famiglia (composta da un padre, una madre e figli) altre convivenze tra appartenenti allo stesso sesso. Ciò non vuol essere discriminazione, ma garanzia di protezione nei confronti dei minori, che hanno il diritto di avere una vita normale in una famiglia “naturale”;

7) incentivare ed aiutare le piccole aziende a carattere familiare, ove la famiglia è soggetto attivo e proprietaria dei mezzi di produzione.
La famiglia deve essere messa nelle condizioni di recuperare il tradizionale potere fondato sulla proprietà, per riacquistare la propria identità e porsi, così, come soggetto, culturalmente ed economicamente forte, nella posizione di interlocutore dello Stato e delle realtà locali;

8) mettere le famiglie nelle condizioni di poter scegliere a quali scuole mandare i propri figli e quale educazione riservare loro.


SCUOLA

Partendo dalla sciagura della rivoluzione studentesca del 1968, negli ultimi 40 anni si sono abbattute sulla scuola italiana numerosissime riforme, a volte strumentali o fini a se stesse, che non prefigurano tutt’ora un disegno d'insieme, utili soltanto a moltiplicare i posti di lavoro quale investimento elettorale e per forgiare demagogicamente il cittadino/elettore ideale, di una ideale democrazia “perfetta” e bipartitica. Anche il bipartitismo, infatti, elimina le differenze e le singole identità che disturbano i padroni della politica e dell'economia, ai quali deve essere garantito il potere di fare i propri affari e di considerare i popoli come polli da batteria.
Lo studente di tale scuola è infatti portato a fondere la propria volontà individuale in una volontà collettiva, dove anche il divertimento sia uguale ed obbligatorio per tutti.
Dopo il 1968 simili indirizzi hanno permesso ai cattivi maestri di costruire un sistema di corruzione sistematica dei giovani, all'interno della scuola, attraverso l'insegnamento diffuso alla trasgressione. Ciò ha creato danni irreversibili, assecondando i problemi, e arrivando a considerare atteggiamenti e mode, anche perverse, come manifestazioni di orgoglio e tendenze di gruppo, secondo cui drogarsi in compagnia non va considerato reato.
Fatta questa doverosa premessa, il PDUM si trova in accordo con i recenti provvedimenti e riforma della scuola del Ministro Gelmini, miranti a ridare dignità all’insegnamento, autorità agli insegnanti capaci ed un sicuro punto di riferimento agli studenti più giovani.
Siamo inoltre favorevoli alla totale equiparazione tra la scuola pubblica e quella privata (sia essa laica o religiosa).


PENSIONI E PREVIDENZA SOCIALE

Il del PDUM propone la modernizzazione del sistema pensionistico italiano. Esso è ormai , inadeguato far fronte ai mutamenti demografici e alle nuove esigenze della società e dei singoli cittadini.
In particolare rileva come l'invecchiamento della popolazione con indici di sopravvivenza molto superiori rispetto al passato, e in presenza di una riduzione del numero dei lavoratori rispetto ai pensionati, in conseguenza di una drastica e costante riduzione dell'indice di natalità, comporti la necessità di una massa di risorse economiche più elevata al fine di garantire pensioni adeguate e sostenibili.
Le pensioni minime debbono essere alzate per permettere limiti dignitosi di vita, specialmente a chi non ha altri redditi. E' impietoso e intollerabile che anziani soffrano la fame e il freddo.
Proponiamo che per risolvere tali problemi, la politica, attivi la promozione dell'occupazione e di lotta alla disoccupazione, politiche di sostegno alla famiglia, volte ad incrementare il tasso di natalità, un'azione che favorisca il pensionamento in età avanzata, in considerazione dei buoni livelli di salute, in generale, della popolazione compresa tra i 56 e i 70 anni, con lotta al lavoro sommerso e possibilità di cumulo tra il reddito da lavoro e quello da pensione.
Preso atto della cattiva gestione dei contributi versati dai lavoratori e degli sprechi dell'INPS, il PDUM auspica un riassetto di tale Istituto, al fine di garantire maggiori livelli di efficienza ed una migliore gestione del patrimonio immobiliare che viene spesso svenduto o affittato a canoni di locazione irrisori, al fine di agevolare i soliti privilegiati della politica.
Il PDUM propone che una quota, pari al 70% dei contributi destinati alla gestione dell'INPS, venga investita in fondi pensionistici privati, che spesso riescono a garantire rendimenti superiori a quelli pubblici, al fine di offrire i migliori trattamenti pensionistici possibili.
I deputati e senatori, dopo rilevanti riduzioni di stipendi e annessi, che riportino in media con quelli dei parlamentari delle altre Nazioni europee, dovranno ricevere solo rivalutazioni annuali dei propri stipendi e delle proprie pensioni al pari degli altri lavoratori, in un'ottica di omogeneizzazione delle regole e di superamento dei privilegi, a cominciare da quelli più abnormi.
Altre proposte in tema di pensioni sono:

1) Dare un contributo alle famiglie che assistono i propri anziani non autosufficienti , in quanto verrebbero in tal modo ridotti i costi di tale assistenza nelle strutture ospedaliere da parte dello Stato, oltre che per considerazione di aspetti di natura affettiva.

2) Pensione di reversibilità e indiretta (cioè quella che spetta quando il contribuente muore in età lavorativa) pari all'80% per il coniuge con un reddito pari o superiore ai 13.000,00 euro annui e del 100% qualora il reddito sia inferiore.

3) Rimborso dei contributi versati per chi non arriva al minimo per ottenere una pensione : si arriva infatti all'ingiustizia che chi versa contributi e, magari, non ha raggiunto per poco il diritto ad ottenere la pensione minima, abbia lo stesso trattamento pensionistico di chi non ha mai versato contributi.

4) Lotta alla discriminazione nel mercato del lavoro in base al sesso e all'età, agevolazioni per le donne durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del nascituro, e riconoscimento del ruolo del padre, con possibilità di interrompere l'attività lavorativa nel primo mese di vita del nascituro, in una politica di tutela e sostegno della famiglia.

Il PDUM propone al Parlamento Italiano ed a quello Europeo lo studio dei sistemi pensionistici delle Monarchie parlamentari di Regno Unito, Olanda e Giappone in quanto si sono rivelati abbastanza efficienti nel garantire pensioni sicure e sostenibili, al fine di elaborare il modello pensionistico più adatto alla realtà italiana ed europea, in vista di un coordinamento su scala europea delle politiche sulle pensioni.


SANITA’

L'attività sanitaria è, o deve tornare ad essere, un servizio.
Il medico e il para-medico non devono mai dimenticare che si deve saper servire.
La salute è un diritto di ogni essere umano (nato o semplicemente concepito).
L'intera popolazione deve essere tutelata da un servizio sanitario pubblico efficace ed efficiente, diffuso su tutto il territorio. La doverosa necessità di economizzare e razionalizzare le risorse va coniugata con tale esigenza.
Ogni persona deve poter scegliere liberamente tra sanità pubblica e sanità privata. La libera concorrenza contribuisce a migliorare la qualità dei servizi, offerti sia dall'una che dall'altra parte, a tutto vantaggio della persona sofferente.
Con l'allungarsi della età media della popolazione diventa inevitabile dotare meglio il servizio sanitario di unità di assistenza e terapia domiciliare che permettano all'anziano di non lasciare il suo ambiente domestico, incoraggiando, così, anche la famiglia a prestare assistenza laddove è possibile, riducendo costosi ricoveri e ricreando quel tessuto di solidarietà sociale e familiare che è stato cardine e forza del nostro popolo.
Le migliori strutture ospedaliere in varie Nazioni del mondo civile sono dirette dal servizio sanitario militare.
Sarebbe auspicabile potenziare tale servizio anche in Italia, in particolare caricando di maggiori responsabilità, in tal senso, la Marina e la Aeronautica, per la loro specificità lavorativa equiparabile e trasferibile al mondo del Lavoro dell’aria e del Mare


LOTTA AGLI STUPEFACENTI

Il PDUM è convinto che il problema droga non si possa vincere con la droga. La soluzione di questo gravissimo problema non è liberare o legalizzare il consumo e lo spaccio delle droghe, neppure di quelle così dette leggere.
Chi è favorevole a tali politiche libertarie si inquadra in un ambito culturale liberal progressista tutto teso alla banalizzazione del male, atteggiamento, questo, che porta inevitabilmente alla depenalizzazione del crimine.
Le legislazioni permissive non hanno risolto il problema che deve essere combattuto internamente sul piano culturale, attraverso idee forti da opporre ad una mentalità relativistica che è il vero crimine del nostro tempo, della quale i drogati sono vittime, ed internazionalmente per mezzo di progetti di cooperazione attiva con i paesi produttori. Il PDUM ritiene che compito di uno Stato responsabile, non sia quello di distribuire la droga gratis, ma di impedirne con tutti i mezzi e con totale fermezza la sua diffusione.


CONDIZIONE FEMMINILE

Il PDUM intende battersi per una effettiva e reale parità tra uomo e donna, basata sul rispetto reciproco delle specifiche prerogative e sul riconoscimento della complementarietà dei ruoli di padre e madre.


LAVORO

Il PDUM è contrario ad ulteriori concessioni economiche alle grosse industrie e multinazionali, che oltre a falsare la competitività di questi colossi, danneggiano la piccola e media impresa.
Occorre salvaguardare la dignità dei più deboli e dei giovani, ai quali non può essere riservato un destino contrassegnato dalle tre parole: lavora, produci e procrea che, tanto il capitalismo quanto il marxismo ci hanno riservato.
La nostra controrivoluzione deve essere di liberazione da questi monopoli oppressivi, conservando, all'interno di un sistema liberale in politica e misto in economia, l'identità e la dignità personale del singolo cittadino.
Ci battiamo pertanto per:
- partecipazione degli operai e dei lavoratori subordinati agli utili dell'azienda;
- sviluppo dell' azionariato popolare.
Occorre impegnarsi con tutti i mezzi, e con tutte le risorse, per la creazione di posti di lavoro stabili (e non solo temporanei), specialmente per i giovani alle prime esperienze e per le persone ormai avanti con l’età, mettendo al sicuro in tal modo la voglia di creare una famiglia su valori stabili e la tranquillità di chi ormai non è più appetibile sul mercato del lavoro.
Occorre perseguire le politiche di razionalizzazione dei posti di lavoro. Via gli assenteisti, ed i nullafacenti.
Prevedere fondi di ammortizzatori sociali solo per i casi veri di crisi.
Scelte non oculate di strategia aziendale, non devono essere coperte con denaro dello Stato. Il PDUM si dichiara contraria alla politica utilizzata sino ad ora che prevede la socializzazione delle perdite delle grandi industrie private, e l’assoluta quanto immediata privatizzazione dei profitti delle stesse aziende supportate per anni dallo Stato.


INVESTIMENTI SUL TERRITORIO

Liberare il Sud Italia dai troppi condizionamenti dei gruppi speculativi e di potere, nonché dalla morsa della malavita.
Sviluppare istituzioni finanziarie locali. Razionalizzare meglio il risparmio prodotto dai territori meridionali, attraverso intese tra quelle Province. Vincolare gli investimenti ad uno sviluppo economico autonomo.
Finanziamenti alle piccole e medie imprese, con particolare riferimento al settore turistico e commerciale.
Investimenti, con particolare riferimento al meridione ed alle zone alpine, nella industria del turismo eco compatibile, vera risorsa, con l'agricoltura specializzata, di quei territori.
Rivedere il piano delle infrastrutture, il Ponte sullo Stretto di Messina, ferrovie ad alta velocità, strade ed autostrade.


AGRICOLTURA

L'agricoltura, compresi l'allevamento del bestiame con le loro produzioni tipiche, sono oggi penalizzati in Italia a causa della mancata tutela legislativa e dai pesanti costi di gestione.
E' assolutamente necessaria una decisa azione dei ministeri competenti, o in sede comunitaria, per concedere ai prodotti italiani maggior protezione.
Occorre anche l'attuazione di misure dirette a ridurre i costi di lavorazione e, conseguentemente, a rendere competitivi i nostri prodotti, rispetto a quelli degli altri Paesi dell'Unione Europea. La via da seguire insomma è ben rappresentata dall’azione vittoriosa del ministro Zaia per la revisione dell'annosa questione delle quote latte.

Piccoli comuni e mondo agricolo rappresentano un patrimonio di valore enorme, oggi in crisi, per le politiche europee che colpiscono i piccoli produttori, allevatori, pescatori, artigiani, a favore delle multinazionali che tendono a detenere il controllo alimentare, per gestire in modo monopolistico gli indirizzi politici e la vita dei popoli.
Ciò non esula comunque che non possono più essere tollerati comuni di proporzioni insignificanti, provvedendo ad un riordino delle municipalità con un minimo di peso demografico.

La cultura rurale necessita di un vero e proprio manifesto politico che rivaluti e difenda le realtà delle nostre campagne e dei piccoli borghi.
Lo scontro tra città e campagna può rappresentare una contrapposizione tra due modelli di vita. La tutela dell’ambiente suggerisce che invece di urbanizzare le campagne, occorrerebbe portare la campagna nelle città in un progetto ambientalista, non imposto dalle odierne “lobby verdi”, ma naturale dovuto al buon senso ed alle tradizioni proprie delle nostre campagne e delle nostre montagne.
Il PDUM è contrario a considerare l'ambiente naturale come un santuario intoccabile, ma è anche contrario a considerarlo come uno spazio per interventi produttivi e di sfruttamento che possano minarne le caratteristiche fondamentali del territorio.
I piccoli comuni devono rientrare in un vasto progetto di riforma costituzionale, atto ad individuare, come punto di riferimento iniziale, per la collettività, proprio il Comune, per poi passare allo stato con il minor “intermezzo” possibile.
Partendo dal presupposto che le risorse proprie dei piccoli Comuni sono minime, è necessario un intervento dello stato che individui una serie di agevolazioni finanziarie, anche in considerazione del fatto, che i piccoli Comuni agricoli possono assicurare alla Nazione, l'indipendenza alimentare.

Attraverso nuovi strumenti finanziari, come il project financing, i piccoli Comuni potranno ricoprire un ruolo da protagonisti, ben coordinando gli interventi delle tre figure del finanziatore, promotore e attuatore dell'iniziativa.
Occorre anche intervenire affinchè i finanziamenti dello Stato, come accaduto per quelli destinati alle Comunità Montane a seguito della legge del 1997, non vengano usati quasi esclusivamente a pagare la struttura creata (burocrazia).

Proponiamo che si attui una delega, da parte del Governo, per studiare le norme particolari, necessarie agli Enti locali minori, attraverso l’eliminazione delle particolarità che danneggiano i piccoli Comuni.
Il PDUM Propone :
agevolare le iniziative dei privati che intendono finanziare opere pubbliche (project financing); eliminare l'obbligo del pagamento IVA sui mutui contratti dai piccoli Comuni per finanziare le opere di pubblica utilità; reintrodurre mutui a totale carico dello Stato, entro limiti da individuare per legge; rinegoziare i mutui già contratti dai piccoli Comuni, mantenere aperte tutte le scuole, indipendentemente dal numero degli scolari; premi di insediamento per i nuovi residenti o per chi inizia, in un piccolo Comune, un'attività economica; mantenere servizi decentrati incentivando consorzi tra Comuni o fusioni tra Comuni in organismi più grossi, completi ed indipendenti; i bimbi nati fuori Comune, nell'ambito della Provincia, potranno essere iscritti all'Anagrafe, come nati nel Comune di residenza dei genitori; rivoluzionare i criteri di distribuzione degli aiuti finanziari per opere ed interventi, in modo tale che prescindano dall'esclusivo criterio demografico (sino ad oggi, infatti i Comuni più popolati hanno avuto proporzionalmente più finanziamenti)


AMBIENTE E NATURA

Contro il dogma dell’ambientalismo, inteso come una nuova religione pagana, occorre recuperare, nella difesa dell'ambiente, il senso della tradizione, tornando a valorizzare ciò che ci è stato trasmesso dalle generazioni che ci hanno preceduto.
Difendere il Creato per difendere l'uomo, contro ogni forma di strumentalizzazione politica di un ambientalismo usato solo per porre vincoli alla proprietà ed alla iniziativa dei piccoli privati a vantaggio delle grosse industrie e delle multinazionali.
L’Uomo non è mai un problema, l’Uomo rappresenta da sempre la soluzione.
Attuare una seria politica di sviluppo compatibile con l’ambiente esterno, non vuol dire bloccare tutte le iniziative che con l’ambiente interagiscono. L’ambiente, attraverso il progresso responsabile può essere anche migliorato.

Riportare il verde nelle grandi città : occorre aumentare i metri quadrati di verde per abitante (in Italia abbiamo una media di 3,7 metri quadri contro i 70 di Londra, i 90 di Vienna, i 100 di Stoccolma).

Ciò sarà possibile attraverso la progettazione di piani urbanistici che permettano di collegare tra loro tutti i polmoni verdi di ogni città, con percorsi pedonali e ciclabili.
Concentrare aiuole e giardini.
Recuperare i cortili, le aree dismesse, le fascie di rispetto FF.SS., le aiuole degli svincoli autostradali. Attuare veri e propri interventi di forestazione urbana.
Per la realizzazione: incentivare gli interventi dei privati come sponsor delle nuove aree verdi e come volontari per la manutenzione.
Occorre altresì porre in essere una lotta all'inquinamento sempre crescente da rumore.
Incentivi ai Comuni per l'utilizzo di energie eco-compatibili. Incentivare negli Enti Locali il recupero e riciclaggio dei materiali di rifiuto. Le percentuali raggiunte, in tale settore, dai singoli Comuni dovranno essere parametro per lo stato, nella assegnazione delle risorse annuali.
Combattere all’origine la creazione dei rifiuti, regolando per legge imballi a rendere o più volte utilizzabili. La gestione dei rifiuti costa, occorre all’origine fabbricare meno rifiuti.


PRODOTTI ITALIANI E BIOTECNOLOGIE

I Monarchici del PDUM non vogliono far parte di un'Italia povera nell'ambito di una prospera Europa; di qui l'assoluta necessità di incentivare e privilegiare i prodotti nazionali, artigianali, industriali e agricoli, favorendone il consumo in Patria e l'esportazione all'Estero.
L'amore per le nostre tradizioni, e per la nostra Patria, unito al rispetto della natura che ci circonda, per gli appartenenti al PDUM ha un solo nome: identità della Patria.
Per questo siamo contrari agli impersonali e unificanti trattamenti biotecnologici sulla materia vivente che, in nome degli affari, confondono identità e tradizioni.
Noi ci battiamo per la salvaguardia della dignità della persona umana ed il rispetto degli equilibri naturali.


IMMIGRAZIONE ED EMIGRAZIONE

Il PDUM sostiene una politica che sia contraria all’immigrazione selvaggia.
Potranno ricevere il permesso di soggiorno in Italia solo gli extracomunitari che dispongano di un posto di lavoro fisso e di una abitazione. Coloro che assumeranno lavoratori extracomunitari, per prestazioni stagionali, dovranno loro garantire lavoro ed abitazione per il periodo di permanenza sul territorio nazionale, garantendo all’extracomunitario il regolare rientro nel paese d’origine alla cessazione del lavoro.
Occorre favorire, in primo luogo, il ritorno degli Italiani che si trovano all'Estero e dei loro discendenti e, in secondo luogo, favorire l'immigrazione di europei che hanno in comune con noi radici e cultura.
Occorre garantire dignità ad ogni persona che si trovi a lavorare regolarmente nel nostro Paese, pretendendo nel contempo il totale rispetto delle nostre leggi e regole di vita, soprattutto per favorire la vera integrazione. Istituzione di un registro speciale per l'annotazione di tutte le transazioni di vendita e acquisto di beni immobili, attività commerciali e varie da parte di extracomunitari presenti in Italia. Permettere la chiamata diretta del lavoratore straniero, responsabilizzando il datore di lavoro.
Arresto immediato e rimpatrio per i clandestini. Nell'occasione della concessione di agevolazioni agli extracomunitari chiedere la documentazione sul tenore di vita nel Paese d'origine, con controlli in loco.
Nell'assegnazione di case popolari, così come di ogni altro servizio (asili nido, scuole materne ecc. ecc.) la priorità nei confronti dei cittadini Italiani deve essere garantita (che rientrino nelle fasce di reddito basse).
Il PDUM si dichiara contrario alla concessione della cittadinanza Italiana sulla base del diritto di suolo.
La cittadinanza italiana viene concessa, in presenza di una fedina penale pulita, a chi ne fa richiesta dopo non meno di anni 5 di permanenza regolare sul territorio Nazionale. Vale lo stesso criterio per gli extracomunitari che contraggono matrimonio con cittadini Italiani. Sono ritenuti cittadini italiani in diritti e doveri secondo il diritto di sangue, tutti gli individui che nascono in Patria e all’estero da cittadini italiani, siano essi padre e madre o semplicemente uno dei due genitori.


MONDIALISMO E GLOBALIZZAZIONE

Vogliamo porci davvero dalla parte dei più deboli e dei più poveri. Intendiamo rappresentare e sostenere l'identità delle singole culture, l'identità della persona umana, unica nella sua specificità ed individualità e difendere, così la dignità del lavoro, unico e vero capitale individuale e collettivo, da opporre ad un capitalismo sfrenato, strumento feroce dei poteri forti della globalizzazione.
Alla repubblica universale è necessario opporre la tradizione delle Monarchie.
Il PDUM propone di mutare la logica di organismi come il fondo monetario internazionale, la banca mondiale e l'organizzazione mondiale del commercio, che si impongono, attraverso i prestiti, ai Paesi più poveri. Questi debbono accettare piani economici precostituiti, che non lio rendono responsabili ma sempre più legati da debiti e schiavi degli organismi economico-finanziari internazionali, i quali amplificando i loro debiti, aumentano i loro guadagni.
In questo senso il PDUM ritiene che il vero problema non consiste tanto nel condonare i debiti esteri dei Paesi poveri, bensì nella abolizione del meccanismo che incentiva e moltiplica questi debiti.
Opportuni investimenti in loco, sull'esempio storico dei progetti e delle realizzazioni agricole del Duca degli Abruzzi in Etiopia ed in Somalia, volti a favorire lo sviluppo dei Paesi del terzo mondo ed a fornire strumenti per progredire ed essere autosufficienti, risolverebbero moltissimi problemi anche legati all'emigrazione.
Occorre impedire internazionalmente le situazioni monopolistiche, incentivando le situazioni di cooperazione attiva, arrivando ad aver per ogni paese del terzo mondo, un Tutore rappresentato da un paese forte ed evoluto, responsabilizzato, sia nella concessione dei prestiti, sia nel movimento delle merci. In pratica occorre riformulare una politica “coloniale” non volta allo sfruttamento, ma alla crescita dei Paesi interessati.


QUALE EUROPA ?

Il PDUM è favorevole all'Europa dei popoli ed è nettamente contraria ad un'Europa che si sta formando sulla base degli interessi dei grossi finanzieri e delle lobbyes economiche .
L'Europa non può essere concepita soltanto come un grande mercato, atto a favorire la produzione-consumo di beni e servizi, quale punto di partenza verso un mondo unificato dagli interessi delle multinazionali che basi i rapporti umani solo sulle leggi di mercato.
L'Europa è nata col rifiuto di ogni Fede, ma può esistere davvero solo riconoscendola unita nell’unica tradizione comune presente in tutti gli stati membri : Le radici Cristiane
L’Europa di oggi è il trionfo delle concezioni volterriane, per cui non deve essere concessa alcuna libertà a tutti coloro che vengono identificati come nemici della libertà. Noi ci battiamo contro la affermazione del "pensiero unico", caro ai partiti e movimenti ed alle ideologie di sinistra, ed alle grandi lobbyes economiche che vogliono imporre la globalizzazione delle idee, oltre che del mercato, insegnando che i popoli, le identità, le culture, le religioni appartengono al passato.
Occorre ridiscutere la così detta Costituzione Europea ed il modo in cui è stata imposta dai servitori di questa ideologia politica, insieme alla moneta unica.
Questa ha vanificato in breve anni ed anni di risparmi delle famiglie ed il lavoro del Paese. Occorre riaffermare gli interessi del popolo e delle famiglie contro tutte quelle norme, sempre più restrittive ed invadenti, imposte dal Parlamento Europeo, che danneggiano l'economia del Paese, mortificano il lavoro della gente e strozzano le


POLITICA ESTERA

Il programma del PDUM prevede che a seguito della la caduta del muro di Berlino il ruolo internazionale dell'Italia sia necessariamente mutato.
Gli alleati di ieri possono essere i nemici di domani e viceversa, pertanto è necessario che l’Italia si riappropri delle sue libertà in campo internazionale.
Questa situazione internazionale, complicatasi dopo gli attentati dell’ 11 settembre 2001, rende necessario perseguire un nuovo indirizzo in politica estera più libero ed autonomo così articolato:

1) l'Unione Europea non dovrà concedere l'ingresso alla Croazia sino a quando non sarà stata definita la questione dei beni dovuti abbandonare dagli esuli italiani dopo la Seconda guerra mondiale e la ri-negoziazione del trattato di Osimo riguardante la zona B di Trieste, l’Istria e la Dalmazia Italiana.

2) Riforma del Patto Atlantico, in modo che non veda l'Europa subordinata agli U.S.A., pur considerando che, solo un duraturo e coerente accordo di stabilità Transatlantico può garantire pace e sicurezza.

3) Riforma dell'ONU e dei principi fondamentali del diritto internazionale .
Ciò al fine di poter affrontare le nuove sfide della guerra terroristica, scatenata da reti economico-criminali. L’Italia non potrà più partecipare alle missioni di Pace in nome dell’ONU, senza avere diritto di voto in sede dell’ONU stessa.


DIFESA

La posizione strategica del nostro Paese ed i sempre crescenti impegni internazionali delle nostre Forze Armate ci impongono negli anni a venire un aumento degli investimenti in questo settore soprattutto oggi, che finita da un pezzo la guerra fredda, sono molti i paesi “emergenti” che si pongono l’obiettivo di avvantaggiarsi in questo vuoto spinti dalla ricerca esasperata di sviluppo economico o da estremismo religioso.
L’ormai storica posizione dell'Italia sia nell’ organizzazione Atlantica sia in Europa rende quindi indispensabile una nuova considerazione delle FF.AA., non più viste come mero strumento di difesa del territorio metropolitano, ma come moderna forza di proiezione degli interessi nazionali e come concreto contributo alla stabilità mondiale.

La corretta scelta di eliminare la leva in favore della professione militare deve però essere bilanciata da un adeguato dimensionamento della forza stessa e da un adeguato apparato tecnologico di supporto. Questa scelta, nei confronti del personale poi, deve essere supportata da una equipollenza delle carriere dei soldati in servizio permanente a quelle delle forze di polizia; inoltre i quadri dovranno vedere riconosciuta la loro professionalità con la possibilità di accedere, su richiesta o allo scadere della ferma minima, alle cariche equipollenti della amministrazione statale.

Esercito
Chiamato sempre più spesso a collaborare in operazioni di pace all'estero, deve essere adeguatamente equipaggiato agli standard delle altre Nazioni.
Il potenziamento di esso il Mezzi e materiali, come nel numero degli uomini “pronto impiego”, e la sua manutenzione possono e devono essere di esclusiva fattura italiana. La nostra industria è perfettamente in grado di fare fronte a tutte le richieste attuali e future.
Grande attenzione dovrà essere posta nell'adeguamento culturale del soldato italiano, sia dal punto di vista della conoscenza delle lingue che della conoscenza della legislazione internazionale.

Marina Militare
Vale il discorso fatto per l’esercito. L’ammodernamento non più rimandabile, la manutenzione del naviglio esistente e l’aumenti del naviglio sottile di sorveglianza lontana oggi tanto necessario possono e devono essere di esclusiva fattura italiana. La cantieristica navale Italiana è di prim’ordine.
Riteniamo inoltre che in futuro sarà necessario disporre di naviglio d’altura e sottomarino sufficiente a rappresentare un valido deterrente militare.

Aeronautica Militare
L'Aeronautica Militare necessita di un profondo rinnovamento.
L’usura dei mezzi ed il loro invecchiamento infatti, hanno permesso che in questi ultimi anni, la nostra difesa aerea sia stata più volte “forata” anche da semplici vettori commerciali in assenza di piani di volo regolari.
La nuova minaccia del terrorismo mondiale, abbinata a quanto sopra suggerisce il potenziamento della capacità di sorveglianza e di difesa attiva del nostro spazio aereo, tramite l'accrescimento e la ricollocazione di Gruppi aerei operativi in grado di intercettare ed identificare le minacce lontano dalle aree popolate. Allo stesso tempo si deve incrementare la capacità di proiezione della forza armata, con il potenziamento e l'accrescimento dei Gruppi aerei di supporto e trasporto, anche con accordi particolari tra la nuova CAI o altri vettori commerciali.

Guardia Costiera
La necessità di difendere le nostre coste dalle nuove minacce manifestatesi negli ultimi anni, suggerisce di elevare la Guardia Costiera al rango di Forza Armata, dotandola di statuto e regolamenti simili a quelli dell'Arma dei Carabinieri.

Carabinieri
L'Arma dei Carabinieri, in considerazione della fine della leva, deve essere potenziata nell'organico e ammodernata nei mezzi e nelle dotazioni, soprattutto in quelli di alto valore tecnologico. Deve essere dato maggiore impulso ad un suo maggior radicamento e presenza sul territorio con la costruzione di nuove caserme ed all'ammodernamento di quelle meno moderne.

Associazioni D'arma
Le numerose Associazioni d'Arma presenti sul territorio svolgono un'importante funzione di cerniera tra i cittadini in armi e la popolazione civile.
Molti iscritti potranno svolgere un importante servizio alla comunità. A seguito dell'abolizione del Servizio di Leva è importante mantenere questo contatto per mezzo delle Forze di Completamento e le Forze della riserva.
La Riserva nazionale, sull'esempio di altre Nazioni Europee e della N.A.T.O., deve diventare una componente operativa delle Forze Armate, permettendo ai militari in congedo delle varie armi di farne parte (a richiesta) e di partecipare a periodici richiami, per dotare l'Italia di una componente militare da utilizzare in supporto o in alternativa alle Forze Armate in servizio permanente, soprattutto in caso di emergenze dovute a calamità naturali.
Riteniamo infatti che sia anti-economico dover utilizzare un soldato addestrato ed equipaggiato secondo i migliori Standard militari per doverlo impiegare poi nello spalare fango in seguito ad un’alluvione.
Non dobbiamo inoltre dimenticare possibili utilizzi per ordine pubblico, in caso di indisponibilità dei reparti in servizio permanente.
Le forze di completamento, invece, devono diventare un vero e proprio serbatoio da cui le FF.AA. potranno attingere personale specializzato per momentanee necessità e/o personale in congedo ma in grado, per capacità dimostrata e per esperienza di servizio, di sostituire il personale in servizio permanente, nei compiti meno gravosi.

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